Corso base di scrittura creativa - PRIMA LEZIONE

La redazione di Babylon Café • mag 17, 2018

Quando mi siedo al tavolo di lavoro,

non mi sento più a mio agio d'uno che fosse caduto

sulla piazza dell'Opera in pieno traffico rompendosi le gambe.”


(Franz Kafka)


Benvenuto al Corso di scrittura creativa di base del Babylon Café.

Se hai deciso di intraprendere questo percorso formativo significa che, nel tuo intimo, senti il bisogno di esprimere te stesso attraverso una delle arti più antiche e nobili che accompagnano il genere umano dalla sua comparsa su questo buffo pallino perso nell’Universo: la scrittura. Significa che dentro di te alberga l’anima di uno scrittore che attende solo di essere rivelata. Oppure, al momento non avevi nulla di meglio da fare ed hai deciso di spendere un po’ del tuo tempo libero in mia compagnia, e va bene anche così. Sapevi che Edgar Allan Poe, uno degli indiscussi geni letterari dell’800, odiava scrivere, detestava gli artisti, e redigeva i suoi racconti solo per poter pagare i debiti di gioco? Perché questa digressione su uno dei padri del gotico americano? Per spiegarti che non importa per quale ragione si cominci a scrivere o perché si decida di farlo, l’importante è farlo bene. Ma quale bisogno soddisfiamo quando verghiamo i nostri pensieri su carta o quando li digitiamo sul monitor di un computer? Per molti psicologi e psichiatri l’atto dello scrivere rappresenta un momento catartico, tramite il quale esorcizziamo i nostri spettri, mettiamo a nudo le nostre paure e diamo voce ai nostri desideri. Tutto molto vero, ma siamo sicuri che esprimere noi stessi sia la sola ragione che ci porta a tenere un diario, ad appuntare dei pensieri sparsi su di un brogliaccio o a scrivere un racconto? Redigere un diario è all’apparenza l’atto egoistico per eccellenza. Affidiamo a quelle pagine i nostri ricordi, le nostre impressioni, i nostri stati d’animo e lo chiudiamo con un lucchetto, o lo nascondiamo in un posto sicuro per evitare che il resto del mondo spii il nostro io più segreto. Eppure finisce quasi sempre che lo facciamo leggere, magari ad anni di distanza, al nostro migliore amico o alla persona amata. Perché? Perché scrivere soddisfa un bisogno primario dell’essere umano che è più antico e più radicato di ciò che la psicanalisi sottolinea: comunicare. La comunicazione è lo strumento per eccellenza che lega fra loro i membri di una comunità, piccola o grande che sia. La parola, scritta e parlata, ci permette di intrecciare e mantenere i rapporti con i nostri simili, divenendo il mezzo per antonomasia attraverso cui la società civile si evolve e si perpetua. Comunicare, però, non è facile e non solo perché il nostro prossimo non è sempre pronto ad ascoltare ciò che abbiamo da dire, ma anche perché, sovente, non siamo capaci di strutturare correttamente il messaggio che vorremmo far giungere al nostro interlocutore. Pensare, parlare e scrivere sono atti successivi di un processo cognitivo complesso che necessita di attenzione e di competenza, competenza linguistica. Ed eccoci al fulcro della nostra prima lezione. Cercherò di insegnarti le tecniche di base per farti raggiungere un traguardo importante: scrivere un racconto ben strutturato, comprensibile, interessante, che attragga l’attenzione del lettore e che rispetti la grammatica italiana.

Poche righe più sopra ho sottolineato il fatto che scrivere è essenzialmente comunicare, e questo implica che non si scrive solo per se stessi, ma si scrive soprattutto per essere letti, quindi si scrive per gli altri. Per un pubblico che, inizialmente, può essere rappresentato da amici e parenti e che, in seguito, con un po’ di fortuna ed una casa editrice come Dio comanda, può trasformarsi in quella massa informe di occhi sconosciuti che scorrono avidamente le pagine del tuo romanzo. Ma come si possono comunicare i propri pensieri, le propri idee, i propri incubi e deliri ad una moltitudine di perfetti sconosciuti che nulla sanno di te e del tuo universo personale? Rendendo chiara, scorrevole e comprensibile la storia che hai nella testa. Per rendere un testo comprensibile è necessario, innanzitutto, conoscere e rispettare la grammatica della lingua in cui stai scrivendo, nel nostro caso quella italiana. Quindi àrmati di pazienza e buona volontà e prima di proseguire nella lettura di questo corso, ritrova il libro di grammatica delle medie, delle superiori, ruba quello di tuo fratello minore o va a comprare un Bignami, ma procurati un libro di grammatica. Lo so, è noioso. E so anche che credi di non averne alcun bisogno, ma sbagli. Non è possibile cimentarsi nell’arte dello scrivere senza avere una buona conoscenza della grammatica e della sintassi. Sai quanti pregevoli romanzi di illustri sconosciuti vengono cestinati dalle case editrici perché sgrammaticati? Mettiti in testa che una buona storia scritta male non ha alcun futuro, mentre una storia mediocre scritta alla perfezione ha ottime possibilità di essere pubblicata. E’ ingiusto, forse, ma credimi, è dannatamente vero. Per rendere un testo comprensibile non è sufficiente, però, solo una corretta applicazione delle regole grammaticali, occorre anche che la nostra storia sia ben spiegata, scorrevole, strutturata in maniera logica e senza strappi o buchi narrativi, che contenga delle descrizioni calzanti dei luoghi che citiamo, che sia popolata di personaggi credibili e che sia animata da discorsi diretti spigliati e naturali. Tutti argomenti che approfondiremo nei prossimi capitoli e che vanno sotto la dicitura di tecnica narrativa . Ma la tecnica è uno dei due aspetti fondamentali del processo della scrittura e poggia le sue fondamenta su qualcosa di molto personale e, se vuoi, di più artistico: l’ispirazione.

L’ispirazione è quell’idea, quella scintilla, che ci spinge ad immaginare una storia, a creare dei personaggi, a dipingere sulla tela della nostra fantasia paesaggi inesplorati partoriti dalla nostra mente. Da dove possiamo trarla e come possiamo usarla? Sull’argomento sono stati versati fiumi d’inchiostro, ma l’unico risultato al quale si è giunti è che ognuno pesca le proprie idee da un laghetto personale, artificiale o naturale, con buona pace di critici, dotti e sapienti. In linea di massima si può affermare che l’ispirazione, in genere, viene tratta dalla realtà circostante, rielaborata e corretta. Una delle migliori frecce nella faretra di uno scrittore, dunque, è la capacità di osservazione. Osservare, captare, sezionare, assimilare ciò che abbiamo intorno (volti, persone, case, ambienti, palazzi, fatti di cronaca) ci permette di accatastare, e di conservare, un considerevole numero di informazioni che potranno essere usate ed inserite nelle nostre storie. Dopo che la nostra lampadina di Archimede si è accesa ed abbiamo esclamato il proverbiale “Eureka!”, non resta che affrontare il foglio bianco e vedere dove ci condurrà. A tal proposito è necessario, prima di proseguire nella nostra scampagnata nel mondo della scrittura creativa, affrontare un’altra questione. Come scrivere una storia. In genere gli scrittori con la S maiuscola si dividono in due grandi categorie: quelli che si mettono di fronte ad un foglio bianco e lasciano sciolte le briglie della loro immaginazione per vedere dove essa li condurrà, e quelli che, scaletta alla mano, hanno già ben chiaro in mente lo svolgersi degli eventi che hanno intenzione di narrare. Alla prima categoria appartiene, per fare un piccolo, trascurabile esempio, un signore di nome Stephen King, che dopo aver osservato la finestra della sua lavanderia, si siede davanti alla macchina da scrivere e lascia che la sua immaginazione partorisca un piccolo capolavoro come “Finestra segreta, giardino segreto” (Quattro dopo mezzanotte). Gli autori come King seguono la suggestione di una particolare immagine e lasciano che il processo creativo segua il proprio sentiero. E’ un po’ come se scrivessero sotto dettatura, quasi fossero posseduti da uno spirito creativo e burlone. Ovviamente dietro questo modus operandi non si annida nulla di soprannaturale: è solo la psiche dello scrittore che, scevra da tabù e finimenti, si libera bisbigliando al conscio ciò che deve scrivere. Alla seconda categoria appartengono personaggi come un certo Umberto Eco, che si decidono a mettere per iscritto le loro idee solo quando il puzzle nella loro mente è risolto ed ogni tassello degli avvenimenti che hanno intenzione di narrare è esattamente al suo posto. Qual è il miglior modo di scrivere una storia? Sono entrambi validi, devi solo scegliere quale sia il più adatto ad esprimere la tua creatività.

Autore: Maria Elena Cristiano 28 mar, 2024
"Racconti tra passato e futuro" di Jagor si compone di due storie distanti nel tempo, ma legate dalla medesima ambientazione di taglio decisamente fantasy, anche se la seconda novella rientra a maggior titolo nel filone sci-fi. Nel primo racconto, dal titolo “Parsifal”, un cavaliere, reduce da una cruenta battaglia, si allontana dal luogo dove i suoi compagni d’armi hanno incontrato la morte, vagando nei boschi fino a trovare ristoro in una sorta di taverna. Qui verrà raggiunto da un potente stregone che gli rivelerà di aver catturato l’anima del suo miglior amico e costringerà Parsifal ad assecondare una sua richiesta per liberare lo spirito del compagno. Nella seconda novella, dal titolo “Cupi sono stati di recente i miei sogni” (titolo che altro non è se non un tributo al “Signore degli anelli”), l’autore trasporta il lettore in un mondo futuro e futuribile. In una realtà assolutamente distopica, i legislatori di una collettività fredda e alienata hanno deciso, per combattere le nevrosi, il dolore e la frustrazione derivante da una situazione economica e sociale fuori controllo, di sottoporre la popolazione a una cancellazione selettiva dei ricordi spiacevoli, una sorta di “reset” di fabbrica che azzera i dispiaceri e annulla volontà, intraprendenza ed emozioni. Un manipolo di uomini “liberi” si oppone a questa pratica organizzando una strenua e capillare resistenza che viene messa a dura prova e quasi fiaccata, nel momento in cui il loro capo viene catturato e sottoposto al nefasto e disumanizzante procedimento neurologico. “Racconti tra passato e futuro” di Jagor è un testo particolare, sia dal punto di vista concettuale, che da quello strutturale, essendo composto da due storie ambientate in epoche virtualmente molto distanti fra loro, ma unite da un filo rosso evidente e serrato: il rapporto dell’uomo con la memoria e con la morte. Sia il cavaliere Parsifal, che il capo della resistenza intenta a salvare i ricordi e la memoria dell’umanità, devono confrontarsi con i fantasmi del loro passato e con lo spettro incombente della loro dipartita. Le novelle redatte da Jagor sono intense, emotivamente coinvolgenti, sospese nel tempo, ammantate di fosca magia e parlano direttamente al subconscio del lettore. LINK DI ACQUISTO E DI CONSULTAZIONE https://www.calibanoeditore.com/libri/Racconti_tra_passato_e_futuro__Jagor  BIOGRAFIA Da sempre scrittore per passione, nel 2022, Jagor (lo pseudonimo con cui si firma l’autore), decide per la prima volta di aprirsi al pubblico pubblicando due dei suoi racconti, esplorando mito storico e distopia fantascientifica. Sfruttando contesti immaginari, irreali e talvolta onirici, Jagor tenta di addentrarsi nel profondo dell’animo umano, frammentato dagli ostacoli che la vita gli pone davanti.
Autore: Maria Elena Cristiano 02 feb, 2024
E’ uscito a dicembre l’ultimo libro di Valeria Acquarone, "ACQUE SOTTERRANEE", Echos edizioni, destinato come i precedenti a tenere i lettori con il fiato sospeso fino all’ultimo istante. Questa volta il mistero non è però dato da eventi magici o dimensioni fantastiche, bensì nasce da un fenomeno scientificamente dimostrato, anche se sconosciuto al grande pubblico. Partendo da questo evento, l’autrice crea una vicenda di grande suspense, nella quale piani temporali diversi si intrecciano, alternando momenti di vita contemporanea a corposi flash –back che conducono a tempi più o meno lontani, ma solo in senso cronologico, in quanto indispensabili per dare un senso a quanto avviene nel presente. La storia di Luisanna, spensierata ragazza del terzo millennio, è strettamente legata a eventi successi nel secolo precedente, ma l’ignoranza di quegli avvenimenti lontani rischia di compromettere per sempre la serenità della sua crescita. Solo la determinazione sua e di chi ha deciso di aiutarla porterà infine a dipanare i fili che riconducono a un passato drammatico, capace di proiettare la sua ombra distruttrice non solo su di lei, ma anche sulle generazioni future. Così Luisanna potrà ritrovare la serenità dei suoi verdi anni, tornando a viverla passione per il nuoto sincronizzato, senza più temere di trovare sul fondo della piscina inquietanti ricordi di un passato che lei ha non ha conosciuto, e purtuttavia la ricorda e la insegue per legarla ancora una volta a quanto è stato. Lettura ideale per un momento di evasione, ma anche di riflessione , “ Acque sotterranee” è indicato dall’adolescenza in avanti, suggerendo ai lettori di diverse età spunti di riflessione differenti, ma sempre coinvolgenti e stimolanti. Può essere ordinato in libreria, oppure acquistato su Amazon o direttamente dalla casa editrice Echos. LO PUOI ACQUISTARE SU: - AMAZON - MONDADORI - FELTRINELLI - IBS - ECHOS PRIME BIOGRAFIA DELL'AUTRICE: VALERIA ANGELA ACQUARONE Valeria Acquarone è nata a Milano, nel millennio precedente a questo. Nell’attuale sta imparando a vivere non senza qualche difficoltà. Dopo molti anni passati a Binasco, spinta dal desiderio di fiori, orto e cielo sulla testa è ritornata in città, al quattordicesimo piano di un palazzo, da cui vede ancora tanto cielo, oltre, quando è sereno, ai profili aguzzi o dolci di Alpi e Appennini. Ha due figli, quattro nipoti e l’antico marito, ma purtroppo non ha più gli amatissimi cani. Da sempre appassionata di scrittura, si è dapprima dedicata alla poesia, pubblicando con Pulcinoelefante e ottenendo numerosi riconoscimenti. Parallelamente ha collaborato con alcune riviste, cartacee e on line per approdare infine alla narrativa, con vari romanzi: Immaginario familiare (Marna edizioni), Le gabbie (0111 edizioni), Diritto d’asilo (Echos edizioni), I sentieri del tempo (Libeccio edizioni), Lo scialletto rosso (Proxima edizioni). Laureata in lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano 8 luglio 1972 con 110/110 Dal 1978 insegnante di lettere di ruolo di lettere nella scuola media Diploma postlaurea in Psicologia della Scrittura ottenuto con corso triennale presso la Libera Post Università della Nuova Medicina di Milano giugno 1982 con 30/30. Già iscritta all’albo dei periti Dal 2000 Funzione Strumentale dell’area 3 ( servizio agli studenti) previo corso abilitante ( sua relaziome agli atti al corso di Formazione delle funzioni Obiettivo 2001-2002 organizzato dal CIDI in collaborazione con la Fondazione Cariplo e la Direzione Scolastica della Lombardia). Promotrice dell’iniziativa LIBRARSI, coinvolgente le 8 scuole e incentrato sulla lettura di un libro comune, e successive rielaborazioni, con cui ha ricevuto vari riconoscimenti E’ stata per più di 10 anni la Presidente della Biblioteca di Binasco, organizzandola vita culturale del paese, gestendo numerose manifestazioni, mostre del libro, incontri culturali con esperti di varia provenienza. Ha poi preso parte alla fondazione dell’Università del Tempo Libero, sempre a inasco, come docente di un laboratorio di Poesia, i cui allievi hanno anche vinto dei premi, e come allieva (acquerello, storia, inglese)
Autore: La rdazione 15 feb, 2022
Poesie d'amore
Autore: La redazione 31 gen, 2022
Ultima Fermata è un insieme di storie che parlano della fine come di un inizio. Voci che ci parlano dall'aldilà, dal posto accanto a noi sull'autobus, dalle pagine del loro libro, da un antro diabolico, da una vita che non hanno scelto. Perché il finale può essere del tutto diverso, se solo cambiamo il nostro punto di vista. Un viaggio attraverso le trame del destino, la mente, il disagio psicologico di chi sceglie di togliersi la vita, la ricerca di una identità, il tutto nel tono realista e leggero di chi sa che la normalità è spesso soltanto un costrutto.  Citazione di copertina Ma un lettore si fida dell’autore, ne cerca il messaggio profondo, e pensa sempre che le cose “dovevano andare così”. O altrimenti, quando proprio il finale non lo capisce, si arrabbia con l’autore, si indispettisce, e passerà la vita odiando quel momento. Certo, mai aveva pensato a come potessero pensarla i personaggi. Biografia
Autore: La redazione 09 set, 2021
“Scrivo queste pagine alla fioca luce del sole morente nel lungo giorno della mia vita perché a chiedermelo furono proprio loro: Yeshua e Maryam. Dovrò dire in queste pagine chi fu attorno a lui gli anni prima del processo a Yerushalàym, del perché gli fu accanto e di cosa accadde in quel tempo ormai lontano nella memoria, da chi è stato costretto alla fuga e di ciò che su di lui è stato mistificato per renderlo pari a YHW. Devo farlo perché non uno degli scritti di coloro che si appellano discepoli di Yeshua, corrisponde a ciò che è stato.” (Metzudah, 1926, frammento VI, 2b; poi: Codex LZ, I-7, in A.S.V.) Il Maestro faticava a riordinare i ricordi: voleva rendere tangibile prova scritta di ciò che accadde all’epoca in cui Yeshua calcava le polveri della nostra amata Canaan. Miracoli e prodigi da lui compiuti hanno riempito le pagine degli scritti di Markos, Matithyah, Kepha. Ma non uno solo di essi è stato compiuto nella realtà degli eventi. Tra poco il mio vecchio e stanco corpo seguirà quello di Myriam la Grande Madre. Ma farò sereno quest’ultimo viaggio perché lo compiremo con lui al nostro fianco… Partendo dal presupposto che misurarsi con la figura di Gesù non è una scelta semplice per nessun autore, si ravvisa nel romanzo di Marras una delicata risolutezza e una voglia, niente affatto irrispettosa, di analizzare la storia più raccontata al mondo non solo da un diverso punto di vista, ma da una differente prospettiva storica, sollevando un quesito quanto mai affascinante: per essere credibile il messaggio del Cristo, è necessario che egli sia un Dio? L’esempio, la predicazione, la sorte toccata a Yeshua ne fanno un uomo saggio, un Maestro e la sua normalità, sostiene l’autore, non avrebbe inficiato l’efficacia della sua predicazione. Da un Cristo uomo sarebbe nata una religione laica, forse più conforme alle necessità umane e meno vicina a un revisionato Pantheon latino. Marras confuta con grazia e fermezza miracoli, predicazioni pubbliche e luoghi evangelici, riportandoci un Gesù simile a quello che emerge dai frammenti dal tanto osteggiato e controverso Vangelo di Giuda. Un romanzo coraggioso, che non oltraggia le credenze di chi ha fede. Ben scritto e indiscutibilmente interessante, si rivolge ad un pubblico attento, esigente e soprattutto curioso. Biografia. Fabrizio Marras (Iglesias 1977) vive e lavora a Roma dal 1999. Ha iniziato a scrivere a 17 anni. Dopo aver approfondito i suoi studi in archeologia biblica e medievale con studi sulle tecniche e metodologie per il restauro e la conservazione dei beni archivistici librari, decide di dedicarsi alla scrittura di romanzi. Quel che resta di lui è il primo di una trilogia di controversi romanzi storici sulla vita di Gesù. Scavando tra le righe dei documenti pervenutici dai primi secoli di storia cristiana, Marras fa emergere una storia nuova e completamente sconosciuta alle masse, rivelando come e perché un uomo semplice come Gesù è stato trasformato in un Dio. "Quel che resta di Lui" di Fabrizio Marras è reperibile su tutti gli store on-line e nelle librerie: - IBS - Feltrinelli - Libreria Universitaria - Amazon
Autore: La redazione 07 set, 2021
Nello spazio di dieci racconti, Davide Zingone dipinge con precise pennellate questa società di inizio terzo millennio che arranca su gambe malferme, gravata dai comportamenti menefreghisti, beceri, prepotenti di individui più protesi a danneggiare il prossimo che a cercare la propria felicità. Ogni storia analizza un diverso tipo di cattiveria gratuita, ed è ammantata da una peculiare aura sentimentale, che cambia in sincrono con la personalità dei protagonisti, sempre minuziosamente descritti dal punto di vista caratteriale e motivazionale, toccando tutto lo spettro cromatico dell’animo umano. Lo stile è spigliato, frizzante, ricco di giochi di parole (particolarmente presenti in piccole perle come “Giallo alla Regione” ed “Hellzapoppin”, in cui la vena nonsense dell’autore viene alla ribalta in tutta la sua irriverente potenza), mai didascalico, ma sempre accattivante e volto a tenere ben desta l’attenzione del lettore. Un tour guidato nell’inferno delle miserie umane, alla scoperta di personaggi che subiscono o infliggono agli altri la dura legge della kazzimma umana, sullo sfondo di una Napoli martoriata e meravigliosa che si fa madre benevola e, perciò, universale. Ma cos'è questa Cazzimma? “Cazzimma è un termine di conio recente”,cominciò l’uomo dal palco con voce stentorea, “che entra nel vocabolario napoletano attorno agli anni ’60 del Novecento per indicare talvolta la sana cattiveria agonistica o un atteggiamento propositivo nei confronti della vita, molto più spesso la malignità subdola e compiaciuta perpetrata ai danni del prossimo per il solo gusto di danneggiarlo.[…]I napoletani, assi dell’emigrazione a tappeto, hanno poi esportato la parola nel resto d’Italia, scatenando accese discussioni: il concetto che essa esprime è prerogativa del popolo partenopeo o è piuttosto espressione connaturata all’animo umano?” Biografia dell'autore. Davide Zingone nasce a Napoli nel 1973 e vive a Roma, dove si occupa di turismo, associazioni culturali ed insegnamento. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere (1998) e in Scienze Turistiche (2019), è direttore dell’Agenzia Letteraria Babylon Café e fondatore ed editorialista della webzine di sport e cultura “Azzurrissima”. Oltre ad aver pubblicato numerosi articoli e saggi di letteratura e di etimologia su varie riviste specializzate, ha al suo attivo due raccolte di racconti in Esperanto (EsperantaBluso, 2009, e Malbenitajkuloj, 2013) e un Manuale di scrittura creativa, scritto a quattro mani con Maria Elena Cristiano. Parla correntemente sei lingue. E’ appassionato di musica blues, gioca a scacchi e si considera il più grande conoscitore della produzione animedi Go Nagai, il grande mangaka giapponese. "Storie di ordinaria Kazzimma" di Davide Zingone è reperibile su tutti gli store on-line e nelle librerie: - Amazon - IBS - Feltrinelli 
Autore: La redazione 06 set, 2021
La prigione, sempre ed ovunque, viola i diritti fondamentali e compromette gravemente la dignità umana dei condannati. Occorre purtroppo fare i conti con una legislazione d’emergenza che si è fondata su norme che violano i principi di legalità, di offensività e di proporzionalità. Le basi dello stato di diritto sono minate. Il libro affronta il comportamento e la psicologia dei carcerieri e dei detenuti, la sudditanza a un potere che viene percepito senza limiti e a cui non ci si può opporre perché esercitato in nome della legalità e delle sue regole che si esplica in tanti passaggi. L’iniziazione avviene all’ingresso, con la sottoposizione alla perquisizione completa e intima dopo la spogliazione totale. In quel momento prevale la consapevolezza che qualcuno è padrone del tuo corpo e tu non sei più soggetto. È un paradosso proporre al detenuto un recupero sociale mentre nello stesso momento viene escluso dalla società. L’istituto di pena è un diritto del poi, interviene quando il vaso è rotto e pretende di riunire i cocci, cioè sostiene di fare del bene ai condannati isolandoli e annientandoli mentalmente. Che futuro potrà avere una persona che è passata dall’interno di un istituto di pena? Come potrà rientrare in società? Che strumenti fornisce il carcere al detenuto per rifondare il suo animo e la sua vita?
Autore: la redazione 17 ago, 2021
Babylon Café è lieto di presentarvi il libro del Dottor Francesco Inzirillo, di cui abbiamo curato la rappresentanza letterari portandolo alla pubblicazione. Un testo innovativo, divulgativo, mai didascalico, profondo e umanamente toccante. 
Autore: La Redazione 10 mag, 2021
L’autore è un laico, agnostico, anticlericale, razionalista, una persona che, giunta alla soglia della vecchiaia, sente il bisogno di liberarsi di tutte le ipocrisie che questa malsana società ci ha imposto fin dalla nascita e che condizionano pesantemente la nostra vita. Il saggio è un richiamo forte all’uso della Ragione e un invito a rigettare false ideologie e a liberarsi di ogni religione. L’autore nel prologo ci tiene a precisare che questo libro non è per tutti: è per gli “spiriti liberi” cioè per coloro che non temono di mettere in discussione le proprie idee, che hanno il dono dell’indipendenza intellettuale, che hanno il coraggio di contestare la religione con la ragione, che accettano le critiche sull’Impero cristiano del Vaticano, che ripudiano il detto “bisogna credere per fede e non per ragione” e che sentono il bisogno di vendicarsi per gli insulti che l’attuale società giornalmente gli propina. Con questo libro l’autore rivolge al lettore l’invito a non esitare a porsi domande sull’esistenza di Dio, dell’anima, etc. e a scegliere il dubbio indotto dalla ragione, non l’ostinazione inculcata dalla religione, a privilegiare quindi la ragione e non l’emotività e a rifiutare le ipocrisie che imperano sovrane nell’attuale società. In esso vengono trattati argomenti sia di natura speculativa, quali l’inutilità della vita, l’inesistenza di Dio e dell’anima, che di attualità quali le menzogne della religione, i crimini del’Impero cristiano del Vaticano, la pratica dell’eutanasia e dell’aborto, etc. E’ un testo irriverente, cinico, anticonformista, volutamente provocatorio e offensivo, comunque coraggioso che non teme le critiche di soliti ipocriti moralisti, “benpensanti” oggetto di feroce odio. Esprime una forte critica nei confronti della religione e dell’istituzione che di essa ha fatto mercimonio, nei confronti della quale manifesta un vero proprio rigetto. Il testo è un’amara e disperata riflessione che cerca qualcosa che sa non esistere: è soprattutto un discorso sulla moderna concezione della filosofia che un uomo agnostico, razionalista del terzo millennio ha circa l’esistenza di Dio, dell’anima, dell’immortalità; sottolinea che la disperazione dell’uomo aumenta man mano che la ragione gli sottrae quelle certezze che da sempre costituiscono punti di riferimento, rifugi spirituali. L’autore non vuole scendere a patti con la società mettendo in discussione le sue posizioni ideologiche, sia in termini di idee sulla vita che sulla fede e sulla religione. Egli non vuole piacere a nessuno e non cerca consensi, ma al contrario sente irresistibile il bisogno di vendicarsi per tutte le offese e i soprusi intellettuali che continuamente è costretto a subire: l’intelligenza offesa dalla religione, la ragione offesa dall’ipocrisia e dall’ingiustizia, il senso civico offeso dai comportamenti incivili e così via. Cosicché le invettive contenute nel testo sono un modo per ferire a sua volta gli offensori e per liberarsi dal senso di frustrazione che lo opprime. Il testo è composto da sette parti: ognuna di esse è servita all’autore come base per sviluppare concetti e critiche. La prima esprime la disperazione del’uomo che sa di essere solo in questo mondo ostile senza Dio e senza speranze, ossessionato dal pensiero della morte. La seconda esplora il rapporto tra Dio e l’uomo. Evidenzia la delusione che l’uomo ha per non potersi mettere in contatto con Lui e l’incredulità nell’esistenza di un mondo ultraterreno. La terza è una forte critica alle religioni, che centinaia di anni opprimono l’umanità con false dottrine e con il terrore della punizione divina. La quarta stigmatizza l’eterno conflitto instauratosi tra ragione e fede e tra scienza e religione e l’oscurantismo di quest’ultima. La quinta è una vibrata denuncia contro i crimini nei secoli commessi dal Vaticano cioè da quella istituzione terrena che da duemila anni mercifica la religione per il potere. La sesta è un’impietosa critica sull’ineffabile Vaticano e sui crimini commessi nel secoli dai suoi massimi esponenti. La settima dimostra come la razza umana, non riuscendo a fare della ragione la sua guida, stia favorendo prima il suo decadimento e poi la sua estinzione, esponendo alcune riflessioni alquanto pessimistiche sulla natura umana, ma aprendo contemporaneamente uno spiraglio di speranza sul futuro dell’umanità. Il titolo è emblematico. Per un uomo che non crede in una vita futura, in una punizione divina per i suoi peccati, e quindi nella concezione classica dell’Inferno, la punizione può derivare solo dal tormento inflittogli dal rimorso per il male arrecato ai suoi simili. Quindi l’inferno è la sua mente. Il libro è acquistabile su: - Amazon - Feltrinelli - Mondadori - IBS Biografia Ciro Caiazzo (Napoli 1938) diplomato presso il Liceo classico G. B. Vico di Napoli sotto la guida dell’umanista Giuseppe D’Ascia; laureato in ingegneria elettronica presso l’Università Federico II di Napoli. Ha lavorato per i primi trent’anni presso diverse aziende aeronautiche e gli ultimi dodici presso un’azienda di progettazione e di costruzione di impianti tecnologici, prima quale dirigente e poi come amministratore delegato. Attualmente in pensione, vive a Napoli con la moglie e si dedica, oltre alla scrittura, anche allo sport. Questo è il suo terzo lavoro: il suo primo libro “Pensieri sul viale del tramonto” (Europa Edizioni) ha ricevuto nel 2018 il premio letterario Milano International e il premio letterario mondiale “Golden Aster Book”. Il secondo libro “Odio tutti fuorché Gesù Cristo” ha ricevuto il premio letterario “Voci – Città di Roma” e il premio letterario nazionale “Città di Mesagne”.
Autore: La Redazione 27 apr, 2021
Corso di scrittura creativa on-line di Babylon Café. Il corso è articolato in 6 video lezioni, accessibili tramite password sul portale dell’agenzia letteraria Babylon Café alla pagina Corsi On-Line, facilmente consultabili e sempre disponibili per i corsisti. Le lezioni sono corredate da esercizi che dovranno essere svolti e inviati via e-mail all’indirizzo infobabyloncafe@gmail.com e saranno corretti e commentati dai nostri Tutor, che saranno a disposizione dei corsisti anche per rispondere a domande inerenti gli argomenti trattati durante le video lezioni. Durante le lezioni verranno affrontati i seguenti argomenti: punteggiatura e grammatica, strutturazione, fabula e intreccio, descrizioni, personaggi, ritmo, dialoghi, generi letterari, etc. Le lezioni saranno tenute da Maria Elena Cristiano (Presidente di Babylon Cafè, scrittrice al quarto romanzo pubblicato e vincitrice di diversi concorsi letterari) e dal Professor Davide Zingone (professor di Lingua e Letteratura Italiana e Straniera, Tutor dell'Università Pegaso).  Il costo promozionale è di 89€. Per iscriverti, contattaci all'indirizzo: infobabyloncafe@gmail.com
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